Influenza

Saturday, July 5, 2008

Raffreddore e influenza nei bambini: come affrontarli

Autunno. Primi starnuti e qualche linea di febbre. Sono i sintomi che annunciano l’arrivo dei virus influenzali e para-influenzali. Abbastanza comuni e banali se colpiscono gli adulti, ma che diventano fonte d’ansia se a starnutire ed a rabbrividire sono i bambini.
Come sarà la stagione che sta per cominciare?

“Per quanto riguarda la cosiddetta influenza stagionale", dice il professor Pasquale Di Pietro, presidente della Società Italiana di Pediatria, "non sono ancora comparsi significativi cambiamenti riguardanti il virus che la caratterizza. L’entità di un’epidemia influenzale è legata alle variazioni degli antigeni del virus. Tanto più il virus varia, tanto più il fisico è esposto all’infezione. Lo scorso anno il picco dell’infezione si verificò tardi, a febbraio, perché il virus non mutò molto. Se in questa stagione il virus mostrerà forti mutazioni antigeniche, il picco potrebbe essere precoce, addirittura a dicembre”.

"Con la ripresa della scuola e delle attività sportive", prosegue il professor Di Pietro, "per i bambini si moltiplicano le occasioni di contatto e trasmissione dei virus influenzali e para-influenzali. Febbre, inappetenza, rifiuto del biberon per i più piccoli, naso chiuso, irritabilità; sono questi i sintomi cui prestare attenzione”. Attenzione che deve essere particolare se a star male sono i bambini di età compresa da zero a due anni. “ È questa la fascia di età in cui il sistema immunitario non è ancora completamente formato", aggiunge il professor Ignazio Barberi. "In caso di raffreddore o febbre di un familiare, il bambino da zero a due anni deve essere tenuto quanto più possibile isolato, proprio perché non è in grado di rispondere all’attacco del virus come un bambino in età scolare. Inoltre in questa fascia d’età al raffreddore e alla febbre si accompagnano spesso infezioni che colpiscono il condotto uditivo e che provocano al bambino fastidio e dolore: ciò avviene perché l’anatomia dell’orecchio dei bimbi tra zero e due anni è differente da quella dell’adulto, e favorisce il ristagno di secrezioni”.

“In caso di epidemia influenzale stagionale", dice il professor Di Pietro, "la cura consiste essenzialmente in riposo, ambiente caldo, alimentazione leggera ma ricca di vitamine. Quando la febbre supera i 38-38,5° bisogna somministrare un antipiretico, come ad esempio il paracetamolo. L’antibiotico va somministrato solo in caso di complicanze batteriche e su indicazione del pediatra di famiglia, che sarà in grado di valutare anche altre situazioni di particolare attenzione”.

Conclude il professor Di Pietro: “La febbre, troppo spesso, scatena l’ansia dei genitori che affollano i Pronto Soccorso degli ospedali, soprattutto di quelli pediatrici. Un’ansia che può essere placata mantenendo un filo diretto e costante con il pediatra di famiglia, depositario della storia clinica del bambino”.

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