Influenza

Thursday, July 3, 2008

Influenza: vaccinarsi serve davvero a qualcosa?

Ogni anno nell'imminenza dell'inverno inizia su giornali, tv, internet e radio il tam-tam sull'influenza stagionale e si moltiplicano gli appelli pro-vaccinazione. E ogni anno ci si ritrova a pensare che - vaccino o non vaccino - milioni di persone si sono ritrovate a letto con febbre, mal di gola, tosse, dolori ossei, sintomi gastro-intestinali. Cosa c'è sotto? Vaccinarsi contro l'influenza serve davvero a qualcosa?

Gli sforzi ingenti compiuti da ricercatori, industria e autorità sanitarie per mettere a punto, produrre e somministrare a segmenti della popolazione considerati ‘a rischio’ vaccini specifici per i ceppi influenzali annuali sono utili e giustificati? Se lo domanda anche un editoriale pubblicato dal prestigioso British Medical Journal.

Tom Jefferson, epidemiologo del Cochrane Vaccines Field, spiega: “Tra la politica vaccinale messa in campo e gli effetti misurabili sperimentalmente di questa strategia di prevenzione c'è una bella differenza. Le ragioni di questo gap sono poco chiare e di molto complessa interpretazione. Il punto-chiave è la potenziale confusione tra influenza e sindromi para-influenzali. Specialmente durante i periodi dell’anno di massima diffusione dei virus influenzali, ogni patologia con sintomi in qualche modo riconducibili all’influenza viene considerata tale. Questa confusione porta ad una enorme sovrastima dell’impatto delle epidemie influenzali, aspettative irrealistiche sulle performance dei vaccini e incertezze sulla nostra attuale capacità di predire circolazione e diffusione dei virus influenzali”.

Le autorità sanitarie mondiali tendono a raccomandare la somministrazione di vaccini a base di virus influenzali inattivati: se però si analizzano i dati raccolti in decenni di politica vaccinale, si scopre che i vaccini inattivati hanno fornito performance di bassissima qualità, e comunque valutare il loro effetto sulle epidemie influenzali stagionali è difficilissimo, a causa dei vizi metodologici degli studi scientifici sull’argomento.

Perché allora ogni anno autorevoli infettivologi comunicano al pubblico certezze che non esistono? Conflitti d’interesse? Ottimismo irriducibile? Quali che siano le ragioni, occorrono ricerche meglio strutturate e dati più precisi per poter davvero impostare una politica vaccinale di una qualche sicurezza ed efficacia.

Influenza: vaccinarsi serve davvero a qualcosa?

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